A tutte le violente: un urlo di sorellanza!

Posted: Ottobre 18th, 2011 | Author: | Filed under: Analisi, considerazioni e deliri, Gender e LGBTIQ | Tags: , , , | Commenti disabilitati su A tutte le violente: un urlo di sorellanza!

watch?v=ta3EQxSsCFQ&feature=related

Lo dicono: non se l’aspettavano.

Ci chiamano cattive.
Ci chiamano figlie della “buona borghesia” pure quando siamo figlie di operai, di casalinghe, o viceversa; perché è sempre molto bello rispolverare Pasolini, specie quando c’è sulla scena un conflitto sociale che non si può cavalcare con attrici e attori che non si sentono rappresentate/i da nessun burattinaio.

Lo sappiamo che “le donne hanno sempre avuto un ruolo nelle guerre, in tutte le guerre” dice Paola di Caro nel suo articolo qui.

Beh, non siamo mica figure sempre eteree, idilliache, dolci, disponibili, tranquille, asservite…quanto ci si agita di fronte alla violenza femminile quando questa  non agisce in un modo o nell’altro in funzione del patriarcato!

Ebbene sì, collettivamente spostiamo cassonetti in mezzo alla strada e meniamo le mani quando e se c’è da farlo. Perchè sì, vogliamo rivoltarci senza essere considerate delle pazze furiose e vogliamo pure sottrarci alla ‘violenza’  verso il potere, quando questa è mera dimostrazione di machismo, senza dover apportare nessuna  giustificazione, nè ai compagni nè a nessun’altro.

Perché ruoli non ne vogliamo, siamo stanche di  essere incasellate,   stufe di essere tutte in competizione con tutte, perché vogliamo poter fare quello che ci pare, perché non ci interessa essere le paladine, non ci interessa essere mamme  modello,veline, e non ci interessa essere le prime della classe, non ci interessa raggiungere i primi posti della ragione – preferiamo quelli in fondo, del torto, dove si fa casino e il vociare rende inascoltabile i professori – si chiamino essi insegnanti,  politici, economisti o intellettuali – che richiamano al silenzio, a quell’ordine che è morto dentro e non lo sa.

Ri-bellissime di tutto il globo: costruiamo sorellanze, cultura, conflitto!

 

 


Comments are closed.