La fidanzata del pelliccia!

Posted: Ottobre 20th, 2011 | Author: | Filed under: Analisi, considerazioni e deliri | Tags: , | Commenti disabilitati su La fidanzata del pelliccia!

Slavina, che fenomena. 😀

 


A tutte le violente: un urlo di sorellanza!

Posted: Ottobre 18th, 2011 | Author: | Filed under: Analisi, considerazioni e deliri, Gender e LGBTIQ | Tags: , , , | Commenti disabilitati su A tutte le violente: un urlo di sorellanza!

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Lo dicono: non se l’aspettavano.

Ci chiamano cattive.
Ci chiamano figlie della “buona borghesia” pure quando siamo figlie di operai, di casalinghe, o viceversa; perché è sempre molto bello rispolverare Pasolini, specie quando c’è sulla scena un conflitto sociale che non si può cavalcare con attrici e attori che non si sentono rappresentate/i da nessun burattinaio.

Lo sappiamo che “le donne hanno sempre avuto un ruolo nelle guerre, in tutte le guerre” dice Paola di Caro nel suo articolo qui.

Beh, non siamo mica figure sempre eteree, idilliache, dolci, disponibili, tranquille, asservite…quanto ci si agita di fronte alla violenza femminile quando questa  non agisce in un modo o nell’altro in funzione del patriarcato!

Ebbene sì, collettivamente spostiamo cassonetti in mezzo alla strada e meniamo le mani quando e se c’è da farlo. Perchè sì, vogliamo rivoltarci senza essere considerate delle pazze furiose e vogliamo pure sottrarci alla ‘violenza’  verso il potere, quando questa è mera dimostrazione di machismo, senza dover apportare nessuna  giustificazione, nè ai compagni nè a nessun’altro.

Perché ruoli non ne vogliamo, siamo stanche di  essere incasellate,   stufe di essere tutte in competizione con tutte, perché vogliamo poter fare quello che ci pare, perché non ci interessa essere le paladine, non ci interessa essere mamme  modello,veline, e non ci interessa essere le prime della classe, non ci interessa raggiungere i primi posti della ragione – preferiamo quelli in fondo, del torto, dove si fa casino e il vociare rende inascoltabile i professori – si chiamino essi insegnanti,  politici, economisti o intellettuali – che richiamano al silenzio, a quell’ordine che è morto dentro e non lo sa.

Ri-bellissime di tutto il globo: costruiamo sorellanze, cultura, conflitto!

 

 


E se non ora, quando?

Posted: Ottobre 17th, 2011 | Author: | Filed under: Analisi, considerazioni e deliri, Cartoline dalla crisi | Tags: , , | Commenti disabilitati su E se non ora, quando?

Black bloc. Il termine con cui i “giornalisti embedded” de noantri ci stanno facendo na capa tanta. Come sempre l’utilizzo ad minchiam di  un termine innegabilmente collettivo in accezione individualista borghese come se una persona potesse essere un blocco. Delirante.

Fanno schifo questi infami, questi delatori, forcaioli da quattro soldi,  che non sanno più dove sbattere la testa e allora cercano il nemico da “smascherare” in ragazzi e ragazze coi caschi: ma lo sanno che i caschi sono per non farsi sfracellare la testolina dai simpaticoni in divisa? Complimentoni a tutti i leoni da tastiera, quelli che esaltano le rivolte in tutta la galassia ma quando ce l’hanno sotto casa sbraitano per il bmw  o il suv graffiato. Tutto e il contrario di tutto a parole, ma quando si passa ai fatti,  et voilà, arriva il nonnino politichese che ti insegna come ci si ribella, educatamente però, perché per chi politicamente specula  sui fiumi in piena delle proteste l’assalto ai potenti quando si trasforma in qualcosa che sicuramente è tutto fuorché mediazione, ormai non è  più spendibile sul proprio curriculum paraistituzionale quando non pienamente istituzionale.

In certi contesti, la dialettica del “sanpietrino” è prevedibile e sicuramente non biasimabile, e quando si concretizza il nulla totale profetizzato e urlato dai cantanti punk da trent’anni ad oggi: no future, no fun, no feelings, probabilmente inevitabile. Niente futuro, nessun divertimento vero, nessuna autentica  emozione.  La rabbia sopperisce a tutte e tre le necessità in questione, e la rabbia in cosa si dimostra? fiorellini? baci e abbracci? passeggiate sul lungomare di Fregene?

La rabbia è di per sè violenta e allora non prendiamoci in giro, se dobbiamo essere arrabbiati arrabbiamoci davvero: ma forse questo rovina la campagna elettorale a Vendola; oppure sporca la reputazione a Casarini, o toglie la capacità di fare accordi sulla pelle altrui ai sindacati. L’indignazione è cosa per i sinistroidi malaticci con l’abbonamento a Repubblica – o forse dovrei dire Repubblichina?, dalle bandiere sbiadite ormai gettate via assieme a ogni garantismo e  sostituite, nell’opera di sventolamento, dal feticcio della legalità.

Ciò che ci opprime però è perfettamente legale, come la violenza, quella poliziesca, ad esempio. Sorge (e insorge) qualche dubbio, allora, e nel dubbio, quindi, che il conflitto si generalizzi, dalle piazze alle strade della quotidianità di questo merdoso mondo autoritario e capitalistico .

E’ il vostro Gandhi a dire che la violenza è sempre preferibile all’impotenza..e se la violenza delle idee e  della crisi, fanno bruciare i palazzi e le piazze, non è problema mio e neanche nostro e oserei dire che non è proprio un problema.

Se non ora, quando?


Perché abbandonare Facebook e utilizzare Diaspora*

Posted: Ottobre 2nd, 2011 | Author: | Filed under: Analisi, considerazioni e deliri, Gender e LGBTIQ | Tags: , , , , , | Commenti disabilitati su Perché abbandonare Facebook e utilizzare Diaspora*

Tre ottime ragioni per non iscriversi a Facebook.

1) Facebook ti vende. In tutti i sensi. Di solito quando un servizio è gratis è perchè il prodotto sei TU. Quale senso ha dare tutti i propri dati personali e autoschedarsi su Facebook giusto per condividere le solite quattro stronzate coi soliti quattro amici deficienti? I dati una volta finiti sui database rimangono proprietà di Facebook e non sei nemmeno sicur@ che vengano eliminati, prima o poi, definitivamente. Su Diaspora* è tutto il contrario, e quantomeno non diventi strumento di marketing per far iscrivere sedicenni metallari o giovani fan dei peggiori anime giapponesi. Io non mi sento di essere paragonata a una scatola di biscotti, pardon.

2) Diaspora* è QUEER! Altro che la binarietà “uomo/donna” dello strumento demoniaco di  quello stronzetto borghese di Zuckenberg, il campo “gender” è vuoto e ci puoi mettere quello che ti pare. Facebook è discriminatorio.  Queer-activists, che diamine aspettate a materializzarvi su D* ?

3)  Controlla la tua vita, dio-3-in-1-e-in-offerta-speciale.  Su Facebook puoi decidere selettivamente con chi condividere determinati contenuti e con chi no? Con Diaspora* puoi.

4) Nè ban nè amministratori! Lo spettro della segnalazione si aggirava su Facebook, su Diaspora* no. Perché quest’ultimo non è strutturato in maniera gerarchica e condividi ciò che vuoi con chi ti pare e non appena arriva la rottura di scatole basta disattivare la condivisione dei tuoi contenuti con il personaggio che rompe.


Lampedusa brucia

Posted: Settembre 20th, 2011 | Author: | Filed under: Analisi, considerazioni e deliri | Tags: , , , | Commenti disabilitati su Lampedusa brucia

Mesi fa le/i migranti radevano al suolo Gradisca. Da allora ad oggi, è successo un po’ di tutto, tra rivolte ed evasioni. Come sempre, mi mobilito con composta impazienza affinchè non esista più anche un solo lager: “..noi sull’ isola in cento come un unico gruppo cantavamo nel vento, la libertà, e non si deve sapere, non si può raccontare, la dignità è in cammino e oggi viene dal mare..”


 


Sonia

Posted: Settembre 14th, 2011 | Author: | Filed under: Analisi, considerazioni e deliri | Tags: , , , , | Commenti disabilitati su Sonia

Sonia, tunisina.
Da più di vent’anni in questo paese, in fuga da un marito padrone; 4 figli.
Oggi la vogliono riportare in Tunisia.

Quando deportano un* migrante deportano anche la sua vita, i suoi legami affettivi, i suoi sogni, e perché?

Perché per dignità un* non può accettare condizioni di lavoro schiavizzanti, perché per un motivo o per un altro è stato impossibile  rinnovare un pezzo di carta!  Poi affermano però che il liberismo che tanto elogiano è per la libera circolazione delle merci e delle persone, certo…finché queste persone rimangono merce, carne da macello per il mercato del lavoro.

Per un pezzo di carta ci si vede negare le proprie libertà.  Solidale con tutte e tutti le/i recluse/i.


E Agrexco fallisce grazie al boicottaggio

Posted: Settembre 5th, 2011 | Author: | Filed under: Analisi, considerazioni e deliri, Bon ton e culture jamming | Tags: , | 1 Comment »

Fallisce la Agrexco-Carmel la cooperativa agricola che vendeva con il marchio “Made in Israele” prodotti agricoli in realtà provenienti dalle colonie israeliane costruite nei Territori occupati palestinesi in violazione delle leggi internazionali. La sentenza di liquidazione della cooperativa Agrexco-Carmel sarà pronunciata l’11 settembre da un tribunale civile israeliano.  –> fonte

I manager dell’Agrexco parlano della faccenda in termini di sbagli, cattive gestioni, e così via discorrendo. Il finanziare uno stato terrorista, lo sfruttare il lavoro minorile…non se ne fa una minima menzione. Il giudice parla di investimenti inadeguati, poi! una campagna di boicottaggio a livello mondiale è una quisquilia, di fronte a un investimento sbagliato! roba da matti…comunque sono contentissima! una piccola vittoria per noi, una grande vittoria per le/i palestinesi.

Forse dovremmo incominciare a boicottare tutti quelli che ci fanno fare una vita di merda.