In marcia di nuovo, sfidando le ordinanze

Posted: Novembre 3rd, 2011 | Author: | Filed under: Analisi, considerazioni e deliri, Comunicati svampa e random facts | Tags: , , , | Commenti disabilitati su In marcia di nuovo, sfidando le ordinanze

È successo di nuovo.

Qualche scellerato #tiburtinabloc ha bloccato il traffico.  Impedendo a qualche simpatico incravattato di recarsi in ufficio a frustare i dipendenti.

È successo anche dell’altro. Qualcun’altro non è potuto recarsi dal proprio ufficio stampa per ribadire che i precari e le precarie soneo la parte peggiore di questo paese.

I giornali sono alla ricerca disperata di sovversivi che cercano 5 minuti di celebrità in una comoda intervista video.

I dipietristi che bramavano la Legge Reale fino a qualche secondo fa ora frignano per quei “studenti e studentesse schedati come delinquenti”. Quali delinquenti, quelli della Camera o quelli del Senato?

L’Unione degli studenti, che in passato segnalava ai questurini i casini che avrebbero potuto procurar loro gli “anarchici di Fisica”, ora parla di altri mondi possibili. Si spera senza di loro.

Piccola precisazione: chi si meraviglia o si scandalizza del casino nelle piazze quando il panico è quotidiano, non è politicamente dissociato: è mentalmente dissociato.
Daje regà, non è che un inizio.


Internazionale divanista

Posted: Ottobre 19th, 2011 | Author: | Filed under: Bizzarrie, mer(d)aviglie, Cartoline dalla crisi | Tags: , , | Commenti disabilitati su Internazionale divanista

Acchiappata gentilmente da questo blog!


E se non ora, quando?

Posted: Ottobre 17th, 2011 | Author: | Filed under: Analisi, considerazioni e deliri, Cartoline dalla crisi | Tags: , , | Commenti disabilitati su E se non ora, quando?

Black bloc. Il termine con cui i “giornalisti embedded” de noantri ci stanno facendo na capa tanta. Come sempre l’utilizzo ad minchiam di  un termine innegabilmente collettivo in accezione individualista borghese come se una persona potesse essere un blocco. Delirante.

Fanno schifo questi infami, questi delatori, forcaioli da quattro soldi,  che non sanno più dove sbattere la testa e allora cercano il nemico da “smascherare” in ragazzi e ragazze coi caschi: ma lo sanno che i caschi sono per non farsi sfracellare la testolina dai simpaticoni in divisa? Complimentoni a tutti i leoni da tastiera, quelli che esaltano le rivolte in tutta la galassia ma quando ce l’hanno sotto casa sbraitano per il bmw  o il suv graffiato. Tutto e il contrario di tutto a parole, ma quando si passa ai fatti,  et voilà, arriva il nonnino politichese che ti insegna come ci si ribella, educatamente però, perché per chi politicamente specula  sui fiumi in piena delle proteste l’assalto ai potenti quando si trasforma in qualcosa che sicuramente è tutto fuorché mediazione, ormai non è  più spendibile sul proprio curriculum paraistituzionale quando non pienamente istituzionale.

In certi contesti, la dialettica del “sanpietrino” è prevedibile e sicuramente non biasimabile, e quando si concretizza il nulla totale profetizzato e urlato dai cantanti punk da trent’anni ad oggi: no future, no fun, no feelings, probabilmente inevitabile. Niente futuro, nessun divertimento vero, nessuna autentica  emozione.  La rabbia sopperisce a tutte e tre le necessità in questione, e la rabbia in cosa si dimostra? fiorellini? baci e abbracci? passeggiate sul lungomare di Fregene?

La rabbia è di per sè violenta e allora non prendiamoci in giro, se dobbiamo essere arrabbiati arrabbiamoci davvero: ma forse questo rovina la campagna elettorale a Vendola; oppure sporca la reputazione a Casarini, o toglie la capacità di fare accordi sulla pelle altrui ai sindacati. L’indignazione è cosa per i sinistroidi malaticci con l’abbonamento a Repubblica – o forse dovrei dire Repubblichina?, dalle bandiere sbiadite ormai gettate via assieme a ogni garantismo e  sostituite, nell’opera di sventolamento, dal feticcio della legalità.

Ciò che ci opprime però è perfettamente legale, come la violenza, quella poliziesca, ad esempio. Sorge (e insorge) qualche dubbio, allora, e nel dubbio, quindi, che il conflitto si generalizzi, dalle piazze alle strade della quotidianità di questo merdoso mondo autoritario e capitalistico .

E’ il vostro Gandhi a dire che la violenza è sempre preferibile all’impotenza..e se la violenza delle idee e  della crisi, fanno bruciare i palazzi e le piazze, non è problema mio e neanche nostro e oserei dire che non è proprio un problema.

Se non ora, quando?


Non puoi non mangiare animali

Posted: Ottobre 9th, 2011 | Author: | Filed under: Bizzarrie, mer(d)aviglie | Tags: , | 1 Comment »

E’ terminata da poco la settimana vegetariana mondiale – occasione di tante iniziative a favore degli animali. Si è “conclusa” però in maniera infelice.

L’état français in un decreto nu0vo di zecca afferma che ogni pasto deve obbligatoriamente comprendere un «piatto proteico» le cui proteine sono esclusivamente di origine animale. Il decreto in questione si riferisce alle mense scolastiche, ma pare che presto verrà ampiato al resto delle mense – ma che senso ha? la proteina è mia e me la gestisco io, e se me la voglio procurare senza ammazzare nessun* devo poterlo fare, senza avere tra i piedi qualche legge balorda.

In parole povere  se sei vegetariano  sei un povero pazzo e perciò eccoti comunque una bistecca, e se sei vegan, beh, fai prima a buttarti sotto un tram. Non sono previste alternative alcune, nè per motivi etici, nè religiosi, nè altro. Ti adegui, oppure ti adegui.

C’è  una domanda da fare, a sè stessi, a sè stesse, a tutti e tutte: se una settimana con qualche introito in meno nelle casse degli allevatori francesi ha portato a questo, cosa succederà il giorno che decideremo di comprare di meno, in generale, cose inutili che non vogliamo, l’ultima stronzata dell’ultima multinazionale, o diserteremo in massa le banche?

Ci ritroviamo sul fondo e ci domandiamo come ci siamo finiti: ecco perché.