In marcia di nuovo, sfidando le ordinanze

Posted: Novembre 3rd, 2011 | Author: | Filed under: Analisi, considerazioni e deliri, Comunicati svampa e random facts | Tags: , , , | Commenti disabilitati su In marcia di nuovo, sfidando le ordinanze

È successo di nuovo.

Qualche scellerato #tiburtinabloc ha bloccato il traffico.  Impedendo a qualche simpatico incravattato di recarsi in ufficio a frustare i dipendenti.

È successo anche dell’altro. Qualcun’altro non è potuto recarsi dal proprio ufficio stampa per ribadire che i precari e le precarie soneo la parte peggiore di questo paese.

I giornali sono alla ricerca disperata di sovversivi che cercano 5 minuti di celebrità in una comoda intervista video.

I dipietristi che bramavano la Legge Reale fino a qualche secondo fa ora frignano per quei “studenti e studentesse schedati come delinquenti”. Quali delinquenti, quelli della Camera o quelli del Senato?

L’Unione degli studenti, che in passato segnalava ai questurini i casini che avrebbero potuto procurar loro gli “anarchici di Fisica”, ora parla di altri mondi possibili. Si spera senza di loro.

Piccola precisazione: chi si meraviglia o si scandalizza del casino nelle piazze quando il panico è quotidiano, non è politicamente dissociato: è mentalmente dissociato.
Daje regà, non è che un inizio.


La rivolta dei metabrands: da Serpica Naro a Malafemmina

Posted: Novembre 2nd, 2011 | Author: | Filed under: Analisi, considerazioni e deliri, Bon ton e culture jamming, Comunicazione e mediattivismo | Tags: , , , , , , | Commenti disabilitati su La rivolta dei metabrands: da Serpica Naro a Malafemmina

” Non si potrà mai sapere chi siamo. Sarebbe stato diverso se avessimo scelto una linea di protesta di tipo sindacale, o una provocazione del tipo infrangere le vetrine. Quel momento è passato. Adesso vogliamo infrangere la vetrina dell’immagine.

Un metabrand è nella sua definizione più “ufficiale” un brand, cioè un marchio, la cui esistenza è limitata solo al web. Per farla breve: Second life, con annessi e connessi mercati e valute virtuali, è un metabrand; a proposito di imparare il linguaggio del nemico per inviare messaggi propri, daje de guerrilla marketing – il guerrilla marketing è una forma di marketing, appunto, che con mezzi, tra virgolette, ridotti, ottiene grandi risultati. In materia militare la guerriglia è proprio questo: in ogni conflitto le manovre regolari portano allo scontro, e quelle imprevedibili alla vittoria (Sunzi). Un gruppo animalista che tinge di rosso una fontana davanti a un macello  senz’altro fa guerrilla anch’egli.

Il pezzo d’intervista qui sopra proviene da un  articolo di un famoso giornale emblematico della decadenza della sinistra malaticcia all’italiana; parla della divertentissima azione diretta di circa duecento precarie e precari che hanno ridicolizzato, nel 2005, un costoso e inutile evento della moda milanese creando  il personaggio  fittizio  di Serpica Naro, una stilista di origine orientale, senza destare nemmeno un dubbio tra gli organizzatori che totalmente convinti della sua esistenza ne hanno ammesso la partecipazione.

Ora:  credo che Serpica Naro e Malafemmina siano due esempi intelligentissimi di come sia possibile utilizzare ora e in futuro, anche inconsapevolmente, chissà –  non possiedo palle di vetro  – alcune cose  a nostro favore, e un periodo nel quale vengono portate critiche alla forma-corteo, ed ad altre pratiche, chiedo: perché non facciamo una riflessione reale su quanto possiamo davvero fare? Le potenzialità non ci mancano e nemmeno gli strumenti.

Per la  proliferazione incontrollata delle pratiche di sovversione: inventiamo, diffondiamo, condividiamo, pratichiamo!

 

 

 

 

 

 


Ci sono comunicazioni e comunicazioni. Dieci, cento, mille malefemmine!

Posted: Ottobre 31st, 2011 | Author: | Filed under: Analisi, considerazioni e deliri, Bon ton e culture jamming, Comunicazione e mediattivismo | Tags: , , , | 1 Comment »

Mi domando come certa gente si possa svegliare la mattina con l’unica occupazione  di farsi venire in mente certe minchiate pazzesche: due tipi hanno avuto la fantastica idea di merda di aprire un tumblr di nome hotchicksofoccupywallstreet che come fa notare Lorenzo è un’espressione traducibile come belle fregne di ‘occupiamo wall street’.

Questo schifo umano mi ricorda  il famoso se non ora quando? a causa della condivisa visione del “protestiamo il re nudo sessista ma non scopriamo minimamente il re vestito sessista alternativo” – ovvero quelle che  – chi in buona fede, chi in malafede e  chi con  contenuti stracondivisibili che contestavano la ‘natura’ originaria della manifestazione non prestandosi al gioco con fichissimi ombrelli rossi –   contestavano non tanto il sessismo, ma nello specifico  il sessismo del silvio nazionale per poi non battere ciglio (chissà perchè..) quando il carissimo (nel senso di costoso, ovviamente) partito democristiano, ops, democratico pubblica manifesti sessisti e comunque privi di senso; come pensano di “acchiappare” lo sdegno popolare piazzando su dei manifesti un tipo con la cravatta svolazzante e nell’altra una gonna svolazzante con le sole gambe della tipa, proprio non lo so! è risaputo che sono ostile alle istituzioni e alle para-istituzioni in generale, ma se  una comunicazione è idiota, è idiota..ma adesso passiamo alla comunicazione efficace, nuova: Malafemmina!

Rivelazione dal #femblogcamp: Malafemmina è un progetto di comunicazione.

Ma come? non era una precaria nel villaggio vacanze che narra nel suo blog avventure e disavventure?  Certo,  che lo è, come molte di noi. Malafemmina è una grandiosa presa in giro di  tutti i guru di alcunché, giornali, partiti, direttrici di giornali e di chiunque pensi di avere la verità nella tasca o a voler fare le precise nel taschino o nella cravatta – Malafemmina parla solo per sè, si autorappresenta. Pensa, e non “pensa” secondo il “pensiero” dominante di governo e minoranza parlamentare – nun ce la posso fà a chiamarla opposizione.  È un’incredibile sorpresa per coloro che sulla sua pelle telematica ci hanno scritto articoli a sproposito e che ora saranno costretti a scusarsi con la gentile clientela – Malafemmina è riuscita a guadagnarsi quella credibilità che in generale sul web non ti danno mai se non mostri nome & cognome come  nei pensierini delle scuole elementari che ad ogni modo sono più profondi e più pensati di un articolo random di repubblica.it.

Perché? perché Malafemmina è reale. Non perché ha un nome e cognome, ma perché parla di sangue, sudore e lacrime reali, di sfruttamenti reali, di padroni bastardi reali, di stipendi ritardatari reali.

Dieci, cento, mille Malefemmine.

 

 

 

 

 

 


Un paio di righe sul #femblogcamp

Posted: Ottobre 31st, 2011 | Author: | Filed under: Analisi, considerazioni e deliri, Comunicazione e mediattivismo, Gender e LGBTIQ, On the road | Tags: , , , | Commenti disabilitati su Un paio di righe sul #femblogcamp

 

 

Ancora nel cuore del profondo nord, incomincio a buttare giù due righe sul femblogcamp che – ricordo a tutte e tutti – si è svolto nelle giornate del 28, del 29 e del 30 ottobre nei locali del csoa Askatasuna, con l’inebriante presenza delle autoctone dell’Askatasuna, delle compagne torinesi di Sguardi sui Generis, Femminismo a Sud &  compagnia cantante, danzante e resistente di partecipanti, organizzatrici e/o bloggers alle quali va il mio più sincero affetto di  minorenne sovversiva e autodeterminata 😀

I workshop e i dibattiti veramente partecipati, sono stati pieni di spunti interessantissimi. Si è spaziato dalle questioni puramente tecniche come il lavorare sulle varie piattaforme indipendenti e antisessiste, antirazziste, antifasciste, non-commerciali come  autistici/inventati e noblogs alle questioni più squisitamente politiche, una a caso fra tutte l’uso della forza, nei movimenti e appunto nella politica in generale. Avrei voluto seguirli tutti, ma purtroppo non ho ancora il dono di potermi trovare ovunque. Provvederò per colmare anche questa lacuna e appena riesco a capire come si fa organizzo un workshop anch’io..

Nel complesso, mentre indosso la meravigliosa maglietta del feminist blog camp realizzata ad hoc per l’autofinanziamento,  posso senz’altro dire che  è stata un’esperienza di  condivisione, crescita  e arricchimento collettivo veramente bella,  organizzata molto bene, e altrettanto bene autogestita dalle e dai presenti.

Lavoriamo tutte e tutti per continuare questo fantastico percorso, facendo rete, sostenendoci a vicenda e tirando fuori i denti : daje compagne! 😉

A breve un post interamente dedicato a Malafemmina.


Verso il Feminist Blog Camp!

Posted: Ottobre 22nd, 2011 | Author: | Filed under: Analisi, considerazioni e deliri, Comunicazione e mediattivismo, Gender e LGBTIQ, On the road | Tags: , , , , , | Commenti disabilitati su Verso il Feminist Blog Camp!

Biglietti alla mano, posso finalmente avere la matematica certezza che  ci sarò! 😀
Via al countdown, ci vediamo a Torino al csoa Askatasuna il 28, il 29 e il 30 ottobre.

Come on, sisters – posto qui il comunicato stampa del FemBlogCamp:

Il Feminist Blog Camp (Torino 28-29-30 ottobre all’Askatasuna) è un evento totalmente gratuito, autofinanziato, autogestito ed aperto a tutti. A chiunque abbia uno spazio internet e si occupi di pratiche antisessiste sul web. A tutti coloro che vorranno seguire i workshop e i laboratori proposti con l’intento di condividere i saperi.

L’idea del Camp prosegue la linea tracciata dal primo Fem Camp di Bologna nel 2007 ed è la risposta alle necessità di vivere la tecnologia in maniera condivisa, partendo dalle pratiche differenti con cui ci confrontiamo nel web, per tentare di agire in maniera globale.

Negli anni più recenti molte donne femministe e molti uomini disertori del patriarcato hanno cominciato a popolare la rete, in maniera sempre crescente e hanno intessuto relazioni per affrontare battaglie comuni. Abbiamo deciso quindi di mettere insieme questi nostri saperi, imparando l’uno dall’altro e trasmettendoci le conoscenze necessarie per vivere i nostri spazi e le nostre esigenze di cambiamento.

Aderiscono al Feminist Blog Camp più di 100 blog e siti; durante la tre giorni si potrà assistere a seminari, proiezioni, dibattiti, musica, arte, spettacoli, reading, cultura e molto altro; le tematiche trattate varieranno nei diversi workshop: dai diritti digitali al subvertising, dal controllo dei corpi alla libera sessualità, dalle narrazioni personali alle pratiche sociali e politiche.

Saremo ospiti del CSOA Askatasuna che metterà a disposizione oltre alle sale per i laboratori anche uno spazio/ludoteca per i bambini gestito dai partecipanti al Camp, uno spazio per dormire con il sacco a pelo e la cucina in cui mangeremo vegetariano: 3 giorni di totale autogestione all’insegna della massima condivisione.

Per altre informazioni il blog di riferimento

Il wiki in cui si possono seguire i lavori passo dopo passo

Il programma

Banner, loghi, grafiche:

Call in inglese

In altre lingue, alla voce “translations”

Il numero di telefono per giornalisti e giornaliste 3425510325


Qualche dettaglio a margine

Posted: Ottobre 21st, 2011 | Author: | Filed under: Analisi, considerazioni e deliri | Tags: , , | Commenti disabilitati su Qualche dettaglio a margine

Prima provano a mettere il cappello sui movimenti; ma – e c’è un ma – scappa loro il giocattolo di mano, dunque provano a gettare merda su tutti e tutte, bollando chiunque come incappucciat* o black bloc.

Succede dunque che il Corriere dice:

Il governatore Nichi Vendola, a margine della manifestazione della Fiom è stato contestato e strattonato. L’autore del gesto è un uomo di 50 anni che pare non abbia gradito le parole di Vendola riferite ai black bloc dopo gli scontri di piazza San Giovanni. A pochi passi dal sit-in, inscenato dagli iscritti sindacali, il governatore della Puglia è stato attaccato con frasi offensive: «Pezzo di merda. Quelli di sabato non sono barbari, hai capito?», ha detto con furia l’aggressore, «non ti devi permettere di dire che quelli di sabato erano barbari, hai capito?».

Son cose che ti illuminano la giornata 😀


La fidanzata del pelliccia!

Posted: Ottobre 20th, 2011 | Author: | Filed under: Analisi, considerazioni e deliri | Tags: , | Commenti disabilitati su La fidanzata del pelliccia!

Slavina, che fenomena. 😀

 


Internazionale divanista

Posted: Ottobre 19th, 2011 | Author: | Filed under: Bizzarrie, mer(d)aviglie, Cartoline dalla crisi | Tags: , , | Commenti disabilitati su Internazionale divanista

Acchiappata gentilmente da questo blog!


A tutte le violente: un urlo di sorellanza!

Posted: Ottobre 18th, 2011 | Author: | Filed under: Analisi, considerazioni e deliri, Gender e LGBTIQ | Tags: , , , | Commenti disabilitati su A tutte le violente: un urlo di sorellanza!

watch?v=ta3EQxSsCFQ&feature=related

Lo dicono: non se l’aspettavano.

Ci chiamano cattive.
Ci chiamano figlie della “buona borghesia” pure quando siamo figlie di operai, di casalinghe, o viceversa; perché è sempre molto bello rispolverare Pasolini, specie quando c’è sulla scena un conflitto sociale che non si può cavalcare con attrici e attori che non si sentono rappresentate/i da nessun burattinaio.

Lo sappiamo che “le donne hanno sempre avuto un ruolo nelle guerre, in tutte le guerre” dice Paola di Caro nel suo articolo qui.

Beh, non siamo mica figure sempre eteree, idilliache, dolci, disponibili, tranquille, asservite…quanto ci si agita di fronte alla violenza femminile quando questa  non agisce in un modo o nell’altro in funzione del patriarcato!

Ebbene sì, collettivamente spostiamo cassonetti in mezzo alla strada e meniamo le mani quando e se c’è da farlo. Perchè sì, vogliamo rivoltarci senza essere considerate delle pazze furiose e vogliamo pure sottrarci alla ‘violenza’  verso il potere, quando questa è mera dimostrazione di machismo, senza dover apportare nessuna  giustificazione, nè ai compagni nè a nessun’altro.

Perché ruoli non ne vogliamo, siamo stanche di  essere incasellate,   stufe di essere tutte in competizione con tutte, perché vogliamo poter fare quello che ci pare, perché non ci interessa essere le paladine, non ci interessa essere mamme  modello,veline, e non ci interessa essere le prime della classe, non ci interessa raggiungere i primi posti della ragione – preferiamo quelli in fondo, del torto, dove si fa casino e il vociare rende inascoltabile i professori – si chiamino essi insegnanti,  politici, economisti o intellettuali – che richiamano al silenzio, a quell’ordine che è morto dentro e non lo sa.

Ri-bellissime di tutto il globo: costruiamo sorellanze, cultura, conflitto!

 

 


E se non ora, quando?

Posted: Ottobre 17th, 2011 | Author: | Filed under: Analisi, considerazioni e deliri, Cartoline dalla crisi | Tags: , , | Commenti disabilitati su E se non ora, quando?

Black bloc. Il termine con cui i “giornalisti embedded” de noantri ci stanno facendo na capa tanta. Come sempre l’utilizzo ad minchiam di  un termine innegabilmente collettivo in accezione individualista borghese come se una persona potesse essere un blocco. Delirante.

Fanno schifo questi infami, questi delatori, forcaioli da quattro soldi,  che non sanno più dove sbattere la testa e allora cercano il nemico da “smascherare” in ragazzi e ragazze coi caschi: ma lo sanno che i caschi sono per non farsi sfracellare la testolina dai simpaticoni in divisa? Complimentoni a tutti i leoni da tastiera, quelli che esaltano le rivolte in tutta la galassia ma quando ce l’hanno sotto casa sbraitano per il bmw  o il suv graffiato. Tutto e il contrario di tutto a parole, ma quando si passa ai fatti,  et voilà, arriva il nonnino politichese che ti insegna come ci si ribella, educatamente però, perché per chi politicamente specula  sui fiumi in piena delle proteste l’assalto ai potenti quando si trasforma in qualcosa che sicuramente è tutto fuorché mediazione, ormai non è  più spendibile sul proprio curriculum paraistituzionale quando non pienamente istituzionale.

In certi contesti, la dialettica del “sanpietrino” è prevedibile e sicuramente non biasimabile, e quando si concretizza il nulla totale profetizzato e urlato dai cantanti punk da trent’anni ad oggi: no future, no fun, no feelings, probabilmente inevitabile. Niente futuro, nessun divertimento vero, nessuna autentica  emozione.  La rabbia sopperisce a tutte e tre le necessità in questione, e la rabbia in cosa si dimostra? fiorellini? baci e abbracci? passeggiate sul lungomare di Fregene?

La rabbia è di per sè violenta e allora non prendiamoci in giro, se dobbiamo essere arrabbiati arrabbiamoci davvero: ma forse questo rovina la campagna elettorale a Vendola; oppure sporca la reputazione a Casarini, o toglie la capacità di fare accordi sulla pelle altrui ai sindacati. L’indignazione è cosa per i sinistroidi malaticci con l’abbonamento a Repubblica – o forse dovrei dire Repubblichina?, dalle bandiere sbiadite ormai gettate via assieme a ogni garantismo e  sostituite, nell’opera di sventolamento, dal feticcio della legalità.

Ciò che ci opprime però è perfettamente legale, come la violenza, quella poliziesca, ad esempio. Sorge (e insorge) qualche dubbio, allora, e nel dubbio, quindi, che il conflitto si generalizzi, dalle piazze alle strade della quotidianità di questo merdoso mondo autoritario e capitalistico .

E’ il vostro Gandhi a dire che la violenza è sempre preferibile all’impotenza..e se la violenza delle idee e  della crisi, fanno bruciare i palazzi e le piazze, non è problema mio e neanche nostro e oserei dire che non è proprio un problema.

Se non ora, quando?